11 febbraio 2007

Il diavolo veste Prada: un film di costume "in costume"

Ho rivisto Il diavolo veste Prada in DVD (è una cosa che mi piace fare, riguardare in digitale). Quello che la prima volta mi era sembrato un filmetto sul mondo della moda, si è rivelato per niente effimero e denso di contenuti.
La protagonista del film Anne Hathaway interpreta Andrea Sachs, neo laureata in cerca di un’occasione per entrare nel mondo del giornalismo, per questo accetta il posto di seconda assistente di Miranda Priestly (Meryl Streep), direttore del mensile di moda Runaway. Da quando viene assunta, la vita della giovane diventa un incubo: la spietata direttrice la chiama a tutte le ore del giorno e della notte per farle fare commissioni sempre più assurde. Più Andy entra a far parte del dorato mondo della moda più la sua vita privata comincia ad andare a rotoli. A questo punto la domanda che dovremo porci è: cosa siamo disposti a sopportare per fare carriera?
C’è un momento del film in cui Andrea difende la diabolica Miranda dalle accuse di essere una dispotica dittatrice dicendo che, se fosse stata un uomo, nessuno avrebbe avuto niente da ridire sui suoi modi bruschi. Questa è la seconda domanda che dovremmo porci: perché un uomo che comanda usando il pugno di ferro è un buon capo e una donna che fa la stessa cosa no? Non sarò certo io a dipanare questi intricati nodi, mi accontento di porre queste domande a tutti voi sperando di darvi due interessanti argomenti di discussione.
Dimentico che questa è una rubrica di cinema e di quello dovrei parlare. Rimedio subito.
Il diavolo veste Prada è un discreto film con due grandi attori che, come sempre, giustificano da soli la spesa del biglietto. Sto parlando di Meryl Streep (candidata all'Oscar per questo ruolo) e Stanley Tucci. La Streep si conferma la più grande attrice vivente di Hollywood, riesce a comunicare uno stato d’animo alzando un sopracciglio o girando appena la testa. La sua presenza in una pellicola è quasi sempre garanzia di grande cinema. Stanley Tucci, da grande caratterista, arricchisce il suo già nutrito carnet con un nuovo personaggio a tutto tondo, pieno di umanità e dalle mille sfumature. Della protagonista Anne Hathaway c’è poco da dire, svolge diligentemente il suo compito senza però brillare. Dovremo aspettare ancora un po’ per capire se è un’attrice degna di questo appellativo. Tirando le somme Il diavolo veste Prada è un film piacevole che si lascia sorseggiare amabilmente come una bibita fresca d’estate.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio fare lo "sborone" ,questo film l'ho visto andando a new york, e mi è anche piaciuto.
un saluto a voi e uno alla grande mela.
R.

Anonimo ha detto...

Il Diavolo veste Prada è un film che si guarda assolutamente volentieri, piacevole per le persone che aspirano a far parte del mondo della moda, poetico per quelli che semplicemente amano i capi di abbigliamento, delizioso per le ragazze mediamente trascurate che possono finalmente comprendere l'importanza dei vestiti come strumento per migliorarsi, ma soprattutto uno spaccato sul frenetico mondo del lavoro, tutti, chi più chi meno nella propria carriera lavorativa ha incontrato un titolare come Miranda con richieste impossibili ed un sadico piacere a complicare la vita dei propri collaboratori.
Un film assolutamente da non perdere.

Anonimo ha detto...

E. Bevi meno a pranzo!!!
Il Nonno

Anonimo ha detto...

E non solo a pranzo
ciao R.

Anonimo ha detto...

I tuoi commenti sono molto migliorati da quando hai lasciato "Appunti" (non sarà mica che là soffrivi a causa di un direttore smil_Miranda, che tarpava le ali della tua intelligenza).
Devo dirti che comunque a parte l'effetto che può fare su fashion-victim come me e qualcun altro, non so se la cara Meryl vincerà l'Oscar per la sua interpretazione.
Ma sono anche pronto a ricredermi ...